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Pnrr, aperte le consultazioni sul piano d’azione, bandi in dicembre

Che fine hanno fatto i cospicui fondi stanziati dal governo nel quadro del Pnrr per l'accelerazione della creazione di una rete d'infrastrutture per la ricarica delle auto elettriche? Sul tema, dopo l'annuncio della disponibilità di 741,3 milioni di euro, è sostanzialmente calato il silenzio. Ora, però, finalmente qualcosa si muove, anche se le cose sembrano essere ancora a uno stadio pre-iniziale (nonostante tutto il tempo trascorso). Il ministero della Transizione ecologica ha, infatti, annunciato l'avvio di una “consultazione pubblica sul piano d'azione”, disponibile sul proprio sito insieme con i relativi documenti. Le osservazioni potranno essere inviate tramite un apposito modulo di adesione fino al prossimo 6 giugno.

Il piano. Il Pnrr prevede, in ogni caso, che i fondi vengano utilizzati per la realizzazione di almeno 7.500 stazioni di ricarica super-veloci sulle strade extraurbane (escluse le autostrade) e di almeno 13.755 stazioni di ricarica veloci nei centri urbani. Le risorse disponibili saranno utilizzate per finanziare fino al 40% dei costi di realizzazione delle stazioni e verranno assegnate con bandi, il primo dei quali è previsto per dicembre, con un periodo di apertura di 90 giorni. Nulla, insomma, è destinato a muoversi fino ai primi mesi del prossimo anno. Il testo disponibile sul sito del ministero riporta le tipologie e le caratteristiche tecniche delle infrastrutture e i criteri che verranno utilizzati per la selezione dei progetti. In ogni caso, i beneficiari dei contributi dovranno poter dimostrare di avere in gestione almeno 50 stazioni di ricarica, operative da più di dodici mesi. La ripartizione dei fondi, infine, prevede che 360 milioni di euro siano destinati ai punti di ricarica extraurbani, che dovranno avere una potenza minima di 175 kW, espandibili fino a 350 per punto di ricarica; 352 milioni, invece, sono riservati alle colonnine da città, che dovranno avere una potenza superiore ai 100 kW. Per tutte le colonnine, i lavori devono finire entro dodici mesi.  

Le critiche. Quello che ci si attende, ora, è un numero cospicuo di osservazioni, che riguarderanno diversi aspetti dei criteri previsti per i bandi. Prima a muoversi, per esempio, è stata Motus-E, l'associazione delle aziende coinvolte nella mobilità elettrica, che ha sottolineato come “nell'attuale enunciazione, le offerte degli operatori di ricarica non valgono se l'infrastruttura non ricade all'interno di stazioni di carburante tradizionali”; una scelta contestata perché “limitare la premialità ai soli distributori, escludendo supermercati, stazioni o altri nodi già operativi, non rappresenta un vantaggio né per gli utenti, né per il sistema della mobilità elettrica”.




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