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L'impianto di Castle Bromwich rimarrà chiuso fino al 10 agosto

Continuano ad arrivare notizie negative dal settore automobilistico britannico. La Jaguar Land Rover, secondo le indiscrezioni dell'emittente televisiva Sky News solo in parte confermate dall'azienda, avrebbe informato i suoi fornitori della decisione di non riaprire l'impianto di Castle Bromwich, nella contea delle Midlands occidentali, almeno fino al 10 agosto.

Domanda debole. La fabbrica è uno dei principali siti produttivi del gruppo britannico, ma di proprietà dell'indiana Tata Motors: grazie a oltre duemila dipendenti, le sue linee di assemblaggio sfornano diversi modelli della Jaguar, come la XE, la XF, la F-Type e prossimamente l'elettrica XJ. La sua chiusura prolungata sarebbe legata a una domanda estremamente debole, soprattutto nel Regno Unito, dove sono ancora in vigore stringenti misure di lockdown e il ritorno alla normalità non è previsto prima di luglio. Oltremanica, i concessionari hanno riaperto da pochi giorni e la domanda, tra aprile e maggio, ha subito un tracollo su livelli visti solo dopo la Seconda guerra mondiale. 

Le garanzie statali. La Jaguar Land Rover, che nel Regno Unito impiega 38 mila persone, gestisce tre impianti di assemblaggio (Castle Bromwich, Solihull e Halewood) e diversi siti di motori, componenti e centri di ricerca, è solo l'ultima grande realtà automobilistica a pagare le conseguenze della crisi prodotta dalla pandemia: l'Aston Martin ha deciso di tagliare 500 posti di lavoro, la McLaren 1.200 e il gruppo dei concessionari Lookers altri 1.500, mentre la Bentley ha confermato le indiscrezioni della Bbc sulla riduzione di circa mille dipendenti. La stessa Jaguar Land Rover ha posto in congedo temporaneo circa 20 mila dipendenti, facendo ricorso al Coronavirus Job Retention Scheme (analogo alla cassa integrazione straordinaria italiana) varato dal governo britannico come misura di emergenza per frenare l'impatto occupazionale della pandemia. Tra l'altro, il gruppo britannico, per superare l'attuale momento di crisi, sarebbe in trattative con il governo per ottenere un prestito da due miliardi di sterline (circa 2,25 miliardi di euro). 




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