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Elettrico, ibrido, carburanti alternativi: il futuro di Hiroshima sarà un mix di tecnologie

Come tutte le Case, la Mazda è impegnata nell'elettrificazione della gamma: entro il 2030, infatti, prevede che un quarto dei suoi modelli sarà completamente elettrico, mentre il resto sarà ibrido o ibrido plug-in. Tuttavia, a differenza di altri, il costruttore di Hiroshima non intende abbandonare lo sviluppo dei motori a combustione interna - che hanno ulteriori margini di miglioramento in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2 - e promuoverà l'adozione di combustibili a basso impatto ambientale, come i biocombustibili di seconda generazione e gli e-fuel basati sull'idrogeno.

Non esiste una soluzione unica. Questo approccio, secondo Wojciech Halarewicz, vice presidente vendite e assistenza al cliente della Mazda, è giustificato dal fatto che le vetture elettriche sono ottime in città, dove le percorrenze quotidiane sono ridotte e la ricarica notturna non pone problemi, ma sulle lunghe distanze e in molte zone d'Europa il rifornimento della batteria è ancora difficile. Spesso, inoltre, l'energia elettrica necessaria è ancora generata da fonti fossili, quindi con un beneficio limitato sulla riduzione della CO2. Per questo i giapponesi ritengono sia fondamentale "sfruttare tutte le opportunità per la riduzione delle emissioni, impiegando varie tecnologie oggi e in futuro". Roberto Pietrantonio, amministratore delegato della Mazda Motor Italia, ha sottolineato come, grazie agli incentivi governativi e all'offerta sempre più ampia di vetture elettriche, la loro diffusione nel nostro Paese, pur con numeri assoluti ancora modesti, sia aumentata parecchio, mentre le ibride coprono ormai un terzo del mercato del nuovo. In questa fase, quindi, "avere a disposizione un ventaglio di soluzioni tecnologiche significa rispettare e soddisfare le diverse esigenze dei consumatori e, allo stesso tempo, l'ambiente”.

Il ruolo dei carburanti alternativi. Davide Bonalumi, docente di Sistemi energetici al Politecnico di Milano, ha convenuto che l'elettrificazione dei trasporti contribuirà in modo determinante alla riduzione delle emissioni di CO2, ma la disponibilità di combustibili "carbon neutral" permetterà di raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione "senza stravolgere l'attuale assetto tecnologico, con impatti anche sull'economia del continente europeo". Per l'ingegner Giuseppe Ricci, direttore generale Energy evolution dell'Eni e presidente di Confindustria energia, la mobilità elettrica non si può estendere a tutti i settori, come per esempio il trasporto merci sulle lunghe distanze o quello marittimo e aereo, quindi la decarbonizzazione si potrà raggiungere solo con un mix di soluzioni: "dai biocarburanti liquidi e gassosi ai carburanti da carbonio riciclato da recupero di rifiuti e ai carburanti sintetici, per arrivare all'idrogeno". In sintesi, i partecipanti sono concordi nel sostenere che l'approccio migliore per la decarbonizzazione dei trasporti sia quello multisoluzione, nel nome della neutralità tecnologica e tenendo conto delle emissioni sull'intero ciclo di vita dei veicoli, l'unico sistema per valutarne correttamente l'effettivo impatto ambientale.




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