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L'elettrica supera l'endotermica in volumi di produzione

La Ford ha registrato un importante traguardo nelle proprie strategie per l'elettrificazione: nei primi cinque mesi dell'anno, gli esemplari prodotti della Mustang a batteria hanno infatti superato quelli del modello con motore endotermico. In particolare, in base ai dati forniti dalla Casa stessa, l'impianto messicano di Cuautitlan ha assemblato, nel periodo tra gennaio e maggio, 27.816 Mustang Mach-e a fronte delle 26.089 Mustang uscite dallo stabilimento di Flat Rock, in Michigan.

Le cause. Il sorpasso rappresenta certamente una pietra miliare nel percorso verso la mobilità elettrica dell'Ovale blu. Pochi giorni fa, l'amministratore delegato Jim Farley ha delineato un nuovo piano industriale che prevede investimenti per oltre 30 miliardi di dollari (otto miliardi in più rispetto alle precedenti indicazioni) e l'obiettivo di arrivare nel 2030 con vendite per il 40% rappresentate da veicoli a batteria. Tuttavia, ci sono anche fattori contingenti alla base di questo storico sorpasso: la carenza globale di semiconduttori, infatti, ha giocato un ruolo chiave nel sostenere la produzione della Mach-E: Farley ha spiegato che, nell'assegnazione delle scorte di chip, la Casa americana sta dando priorità ai propri modelli più recenti, come la Bronco e, appunto, la Mach-E. Non a caso, a maggio Flat Rock non ha sfornato alcun esemplare della muscle car, mentre Cuautitlan ha prodotto 6.845 unità dell'elettrica. "Abbiamo protetto volutamente i nostri lanci più recenti: Bronco, Bronco Sport, Mach-E ed F-150. Se possiamo trasferire un componente su uno di quei veicoli, lo facciamo” ha aggiunto Farley.

Ordini oltre le attese. In ogni caso, la Mustang elettrica sembra aver ricevuto un'accoglienza positiva sul mercato. In vetrina dalla fine dell'anno scorso, il modello ha già raggiunto una serie di risultati commerciali di rilievo: per esempio, a maggio ha conquistato il primo posto nella classifica delle vendite in Norvegia, al momento uno dei mercati di riferimento per le elettriche, visto che in questo Paese oltre il 60% della domanda riguarda modelli a batteria. La Norvegia non è comunque paragonabile, per dimensioni del mercato, ad altri Paesi europei e, soprattutto, agli Stati Uniti, dove le vendite della Mustang a benzina superano ancora, e di parecchio, quelle della Mach-E: il rapporto è di quasi tre a uno (29.710 unità contro 10.510 nei primi cinque mesi dell'anno). La domanda per la Suv è comunque superiore alle attese a livello globale: “È molto più forte di quanto ci aspettassimo, quindi abbiamo completamente esaurito le scorte", ha precisato Farley. 

Il rischio multa. Dunque, le prospettive appaiono rosee per la Ford, ma non mancano problematiche da risolvere. La Casa americana, infatti, sulla base di un documento inviato alla Sec (l'autorità statunitense di vigilanza dei mercati finanziari) rischia una multa fino a 1,3 miliardi di dollari per le importazioni negli Stati Uniti dei Transit Connect prodotti in Turchia. La questione riguarda una disputa legale con le dogane statunitensi (US Customs and Border Protection) risalente al 2013: una vicenda che già l'anno scorso ha determinato una sanzione da 196 milioni di dollari a carico della Ford e che pare destinata a chiudersi a breve con conseguenze, evidentemente, pesanti per il costruttore del Michigan. La contesa verte sulla classificazione dei veicoli commerciali nell'ambito dell'importazione, che comporta tariffe doganali differenti: se questi veicoli sono considerati mezzi per il trasporto di persone, la tariffa è del 2,5%, ma sale al 25% nel caso in cui vengano catalogati come mezzi da lavoro. La Ford è accusata di aver cercato di aggirare i regolamenti doganali importando negli Stati Uniti i Transit Connect come veicoli soggetti al dazio minimo, per poi trasformarli in veicoli commerciali veri e propri.




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