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20quattro Ore dei Laghi, la maratona dell'efficienza

L'entusiasmante scalata del passo Giau nella notte, con i fari che tagliano il buio tra i tornanti. Le curve del lago ghiacciato di Fedaia, tra due dighe, con la luna e le stelle che ci osservano mentre noi guardiamo il cronometro. La discesa verso Cortina con la batteria quasi scarica e il piede di velluto, cercando di recuperare ogni kWh possibile. Sono le istantanee che mi rimarranno del primo Audi e-Rally 20quattro ore dei Laghi, competizione riservata alle auto elettriche alla quale ho preso parte con una navigatrice d'eccezione: Fabrizia Pons, rallista e copilota con un ricchissimo palmarès che comprende cinque vittorie nei rally mondiali e un podio alla Dakar. La manifestazione, la prima di questo genere in Italia, si è svolta in otto tappe, con sei team composti da quattro equipaggi ciascuno, lungo un percorso di 900 km. Protagoniste sono state sei Q4 e-tron e altrettante RS e-tron GT, con le quali i partecipanti si sono alternati per un giorno intero, senza soste, se non per le ricariche.

Affiancati dai top. La gara, organizzata secondo i regolamenti FIA e Aci Sport, si è svolta su turni di tre ore ciascuno, nei quali 24 giornalisti sono stati affiancati da altrettanti piloti professionisti nel ruolo di navigatori. Molti i nomi noti: oltre a Fabrizia Pons, c'erano tra gli altri Dario Cerrato (cinque titoli di campione Italiano Rally e tre nell'Europeo), Piero Liatti (campione europeo Rally nel 1991) e Andrea Dallavilla (campione italiano Rally nel 1997). A ogni equipaggio erano assegnati un turno di guida di giorno e uno in notturna, ciascuno da disputare con una vettura diversa.

Cronometri ed efficienza. La sfida era unire prestazioni ed efficienza. La tabella di marcia prevedeva controlli orari e prove di media su tratti definiti, nei quali avere sempre sott'occhio i tempi e soprattutto i consumi, e prove speciali sui laghi ghiacciati, nei quali bisognava essere il più veloci possibile. Senza esagerare, però, perché ogni equipaggio a fine tappa doveva riportare la vettura alla energy station mobile allestita per l'occasione a Cortina d'Ampezzo con una riserva di carica sufficiente a riportare la batteria all'80% in 20 minuti. Ogni minuto extra si trasformava in una penalità.

La nostra gara. Siamo nel team 1 e partiamo davanti a tutti alle 12 in punto per il primo stint a bordo della Q4 e-tron nella versione 50, con due motori che garantiscono la trazione integrale, potenza di 299 CV e batteria da 82 kWh. Quest'ultima, però, è carica solo al 71% e bisogna fare subito i conti per gestire bene i kWh, così scegliamo la modalità di guida efficiency con il range mode che permette di ottimizzare il recupero di energia. La prima prova va fatta tenendo la velocità media di 75 km/h (su un tratto dove vigono i 90, ché tutte le regole del Codice vanno rispettate, visto che si corre su strade aperte al traffico). Iniziamo malissimo, perché schiaccio con troppa veemenza il tasto sul volante che azzera il contachilometri parziale, ma anche il totale. E il computer di bordo è l'unico strumento di cui disponiamo... Perdiamo oltre un minuto per sistemare tutto e recuperiamo con una cavalcata che non fa bene alle batterie, però ci riporta in media. Al lago di Issengo, dopo il pit stop per montare le gomme chiodate, la prima prova speciale prevede otto giri su un tracciato ghiacciato che sembra pensato più per i minikart che per le macchine. Stretto e tutto curve, ce lo godiamo in modalità Dynamic, con i controlli di stabilità disinseriti e la trazione integrale che aiuta a gestire la massa della vettura, che sebben ben bilanciata è comunque di oltre 2,3 tonnellate. I consigli di Fabrizia su traiettorie e modulazione del gas fanno il resto. Sul tragitto di rientro a Cortina, lungo una sessantina di chilometri, l'autonomia scende a vista d'occhio: sfodero il piede più vellutato di cui sono capace, almeno fino al tratto in cui parte la seconda prova di media, da fare tenendo i 55 km/h. E anche qui ci giochiamo un altro 5% della batteria. Iniziamo la discesa verso Cortina con il 28% di carica residua, ma riusciamo a recuperare fino al 32 grazie alla forte pendenza e alla frenata rigenerativa. Lasciamo la vettura in ricarica per quasi 30 minuti (sfruttando i 125 kW in corrente continua che la Q4 è in grado di accettare), per poi cederla ai compagni di squadra. Paghiamo per la ricarica più lunga di quanto previsto dal regolamento, ma le prove sono andate molto bene e compensano le penalità nella definizione della classifica.

Notte ghiacciata. La seconda tappa per noi parte a mezzanotte con la RS e-tron GT, la sportiva di serie più potente finora prodotta dall'Audi (i CV sono 646). La classifica provvisoria ci vede al primo posto. Fabrizia è molto carica, io anche, supportata da una buona dose di caffè, ma non ci facciamo troppe illusioni e ci concentriamo sulla strada. Buio e ghiaccio rendono la sfida più difficile, ma decisamente più intrigante. Il cielo è stellato, c'è una mezza luna che ammalia e si fa vedere tra i tornanti che salgono al passo Giau. Viaggiamo in un silenzio magico, interrotto solo dalla voce di Fabrizia che dà le note. La salita è veloce, lo sterzo preciso ci consente di copiare le curve come carta carbone. Su questo tratto la RS e-tron GT sfodera un'agilità straordinaria: non si scompone mai e da come si arrapica sembra essere molto più corta dei suoi 5 metri. La discesa che arriva subito dopo, invece, è infida, con lastre di ghiaccio che appaiono all'improvviso e che rendono più difficile tenere traiettorie e tempi. La trazione integrale e il differenziale autobloccante posteriore elettronico ci aiutano a tenere sempre tutto sotto controllo. Passiamo sul ponte della diga del lago Fedaia, dove Enel Green Power produce energia rinnovabile che alimenta la valle e anche Cortina, e arriviamo al tracciato della prova speciale, dopo il pit stop per montare le gomme chiodate. Qui le curve sono più ampie e il ritmo è decisamente più veloce di quello del laghetto di Issengo. Il percorso si fa quasi tutto di traverso, con i controlli di stabilità disinseriti: è una goduria sfruttare l'agilità della GT, che ha baricentro bassissimo e pesi perfettamente ripartiti tra anteriore e posteriore. Ci riportiamo sulla strada asfaltata e voliamo verso il passo Falzarego, dove gestiamo la carica, che all'inizio della salita è attorno al 44%. Scendendo recuperiamo circa il 3%, sfruttando la rigenerazione in frenata, e affrontiamo l'ultima prova di media con un margine sufficiente per tenere la velocità imposta di 53 km orari senza mettere a rischio l'autonomia. Rientriamo alla energy station alle 3 e 11 del mattino, con il 40% di carica, che viene riportata all'80 in meno di 15 minuti, grazie al sistema di precondizionamento, che mantiene il sistema alla temperatura ideale (tocchiamo anche i -10°) e alla ricarica a 270 kW.  

Gran finale. I nostri compagni di squadra fanno altrettanto bene: tutti tengono medie e consumi nel range ottimale e tutti sono veloci sul ghiaccio. Così, allo scattare delle 24 ore, il nostro team è primo. La mia soddisfazione è grande, così come quella di Fabrizia, che pure è abituata a vittorie ben più blasonate, ma da vera sportiva ha tenuto entusiasmo e carica sempre al massimo in questa 20quattro ore dei Laghi. Dopo 5.400 km complessivi, 7 passi fino a 2.200 metri di altitudine, 1.760 kWh ricaricati in 42 sessioni alla stazione mobile, le Q4 e-tron e le RS GT sono rientrate alla base senza inconvenienti: la sportività può fare coppia anche con efficienza e sostenibilità.

 




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